Ci teniamo alla tua privacy. Usiamo i cookie per migliorare la tua esperienza di navigazione e ricordare le tue preferenze. Maggiori info qui. Registrandoti o accedendo al sito accetti espressamente le norme sulla privacy riportate in questa pagina
Nois bi tenimus a sa privatesa tua. Impreamus sos cookie pro megiorare s’esperièntzia de navigatzione e sas preferèntzias tuas. Agatas prus informatziones inoghe. Marchende·ti o intrende in su situ atzetas sas normas in vigèntzia subra sa privatesa marcadas in custa pàgina

Festival Morròculas 2002, il comune di Banari

309475787 5598017586910454 3721221284378664195 n

Oggi vi ri-presentiamo Banari, il terzo comune partner del festival "Morròculas"*.
Situato nelle Sardegna interna, nel Meilogu, antica regione che deve il suo nome alla curatoria medievale Meiulocu, ossia "terra di mezzo", il paese sorge ai piedi della collina chiamata “Pale idda”, circondato da monti e altipiani di trachite rossa. A nord del paese possiamo ammirare il profilo del monte Maiore, mentre a sud si eleva il monte “Sa Silva”, un luogo di grande importanza naturalistica. Il territorio è inoltre caratterizzato dalla presenza di numerose sorgenti e fiumi.
La roccia più diffusa, ancora oggi fonte di reddito e lavoro grazie all’estrazione e commercializzazione anche al di fuori dell’Isola, è la trachite rossa, utilizzata per adornare antiche e nuovi costruzioni.
Come attestato dai numerosi resti di antiche popolazioni, il territorio fu abitato fin dal neolitico. Ancora oggi è possibile visitare i resti di strutture sepolcrali dell’epoca, le domus de janas, conosciute a Banari con il nome di “Sos sette coroneddos“.
Sono le testimonianze medievali però che consentono di delineare con più certezza la storia del paese, sia dal punto di vista sociale che politico. Citato per la prima volta sulla bolla papale del 1125, Banari si originò a seguito della fusione di tre nuclei (chiamati villae, a seguito della divisione di tutto il territorio sardo in epoca giudicale): Vanari (il nome dell’antico villaggio) e i centri monastici di San Lorenzo e San Michele, affidati al controllo pontificio.
Fu in questo periodo che l’economia del paese trovò le sue solide radici nel settore agricolo e in quello artigianale: l’attività più importante era la costruzione di utensili in terracotta, esportati poi in tutta l’Isola.
Banari vanta un ricco patrimonio storico artistico e soprattutto naturalistico. Tra gli edifici civili e religiosi più importanti spicca il palazzo comunale, risalente ai primi decenni dell’800, situato nella piazza centrale del paese. Il Palazzo è abbellito con decori e rifiniture in trachite rossa.
Di grande valore anche la chiesa parrocchiale di San Lorenzo Martire, donata nel 1113 dal giudice di Torres ai monaci camaldolesi che per molti anni ne ebbero cura.
"Morròculas", il festival della letteratura per bambini e ragazzi, farà tappa a Banari venerdì 7 ottobre.


Condividi l'articolo: Condividi